Primavera

Ventuno gradi nel pomeriggio ! Quasi un giorno d’estate ! Nel cielo azzurro brillava un sole che non avevamo più visto durante l’inverno nevoso e grigio. Il fiume ancora quieto rifletteva i suoi raggi bianchi che ci accecavano tutti, riscaldando i primi fiori di marzo. Le primule, le viole, le camelie, le giunchiglie e le mimose profumavano l’ambiente.La natura stava svegliandosi.

Pietrovaldo, i gomiti appoggiati sul muro, ascoltava i suoi colleghi della ditta FDI che parlavano dei propri giardini. Due di loro, vicino, sembravano discutere sotto voce.

Osservando l’interesse di Pietrovaldo per la loro conversazione, Gelsomino, gli chiese :
– Pietrovaldo, avrai un orto anche tu ?
– Sì, beh… ne avrò uno, piccolissimo e quest’inverno mi sono sognato di farlo per procurare verdure fresche alla famiglia.

Interpellandolo con uno sguardo ironico, Gelsomino gli diede un pezzo di carta piegato in quattro, dicendogli che erano semi di ravanelli buoni per il suo orticello.

Pietrovaldo tutto contento, ritornò rapidamente a casa dopo il lavoro. Presto, sarebbe pronto a seminare i ravanelli sulla terra che aveva preparato con amore durante i mesi invernali, davanti alle finestre della sua stanza.

Infatti, Pietrovaldo aveva notato del limo depositato dal fiume in periodo di acqua alta alla svolta di un laccio. Quando il fiume riprese il suo livello abituale, riportò del limo fertile per il suo orto in sacchi di iuta. Ricuperò anche dei finestrini in una scarica per costruire una piccola serra per proteggere le future verdure dal gelo notturno di marzo.

E tutto fu pronto.

Dispose delicatamente uno ad uno i preziosi semi, li ricoprì minuziosamente di un poco di terriccio cospargendoli come un padrone pasticciere cosparge la superficie di un dolce. Li annaffiò più accuratamente grazie ad un secchio arrugginito ricuperato in una pattumiera e li coprì per la notte.

Poi, la sera a tavola, Pietrovaldo raccomandò bene alla moglie ed ai figli di sorvegliare il semine durante la sua assenza quotidiana :
– Scopriteli per grande sole, copriteli per brutto tempo ed annafiateli col secchio, abbastanza ma non troppo, come ve lo farò vedere. Devono essere umidi ma non bagnati ; ve lo raccomando. Sono i consigli di un articolo tratto da un giornale serio « l’Amico dell’Orto » che ho trovato nel bus andando al lavoro.

Il primogenito gli rispose :
– Io sorveglierò i fratellini che devono fare quello che hai detto papà.

Interpellando la sua mamma :
– Che ne pensi mamma ?
– Lo faremo a turno.
– Adela, sarai responsabile di quello che succederà. Niente imbrogli, vi raccomando, disse Pietrovaldo.

Così, tutta la famiglia sorvegliava il semine giorno dopo giorno. Secondo Gelsomino, erano ravanelli di diciotto giorni, e diciotto giorni più tardi, difatti, sarebbero stati buoni da consumare.

L’impazienza cresceva mentre i giorni passavano… Dopo otto giorni, delle piccole foglie bianche e verdi apparvero ben allineate. Allineate così potevano essere solo ravanelli ! Il sollievo e la fierezza si leggevano sul viso e sullo sguardo di Pietrovaldo.

Durante la cena, Pietrovaldo disse alla famiglia :
– Complimenti a tutti ! I ravanelli crescono bene ! Ancora una decina di giorni e potremo mangiare i primi.
– Grazie papà ! Vedi, siamo seri come sempre ed impazienti !
– Che bella famiglia, sono talmente fiera ! disse Adela.

Ma i ravanelli erano arrivati a venti centimetri circa.
– Sei sicuro dei tuoi semi ? Per me sono troppo alti per essere ravanelli ! Disse Adela.
– Sì, sono certissimo ! Perchè questa domanda ? Gelsomino me l’ha assicurato e altri colleghi anche ! Ma dai ! Adela, hai visto che terra buona ho trovato d’inverno !
– Ma sono tanto alti però !
– Va bene… va bene ! Domani li porterò dall’erborista per sapere che tipo di piante saranno, concluse a malincuore Pietrovaldo.

E l’indomani, dopo il lavoro, andò dall’erborista per mettere le cose in chiaro :
– Senti Toni, guarda, ho seminato ravanelli e sono cresciute queste piante, che ne pensi ?
– Evidentemente, non sono ravanelli ! Vedi sono senza tuberi. E se io fossi in te, le sradicherei rapidamente prima che la polizia venisse a casa mia a crearmi problemi ! Perchè in latino si dice « cannabis sativa », sono piante di droga cannabina !

Pietrovaldo si mise a sudare, diventò pallido come un panno lavato e si portò le mani in testa pensando : « Accidenti ! Cosa mai avrò combinato con la questura vicina ! »

Rincasò in fretta molto sorpreso. Stava attento che nessuno gli parlasse lungo il cammino. Adela l’aspettava dietro la finestra, e quando arrivò :
– Ma cosa succede ? Sei ammalato ?
– Ho una brutta notizia : non sono ravanelli… ma droga cannabina.
– Mamma mia ! Sempre ad ascoltare gli altri, ti fanno danno ! E tu gli credi ! Sempre lo stesso, sei !
– Ma finiscila ! Adesso dobbiamo sradicare queste piante e questa notte le brucceremo nel camino. E zitti tutti !

Alla sera, Pietrovaldo spiegò ai figli che erano erbacce. E così, i bei sogni di ravanelli svanirono nel fumo per Pietrovaldo e per tutta la famiglia.