La gallina di Pasqua

Dopo un lungo inverno di pioggia, di nebbia e di neve, il manovale Lucavaldo si sentì felicissimo: il cielo era di un blu senza nuvole, i germogli cominciavano a colorare i rami degli alberi, violette e pratoline sbocciavano in campagna. Lucavaldo si accorse che i raggi del sole primaverile avevano infine deciso d’illuminare non solo tutta la città ma anche la sua anima.

Respirava l’aria fresca della primavera, sentiva i cinguettii degli uccelli nelle frondi e voleva assistere a quest’esplosione di colori, di odori e di gioia.

Partendo al lavoro e attraversando il mercato un po’ a zonzo, si trovò vicino a due donne che chiacchieravano. Lui si avvicinò incuriosito e sentì la conversazione:
– Sai, Maria, che una volpe è venuta quasi in città sulla proprietà di Bartoldi, so che tu lo conosci !
– Una volpe in città, ma come mai Franca ?
– Sì, è proprio vero, e questa bestia, approffitando di un recinto di rete metallica arrugginita, ha scavato un buco, è entrata nel pollaio e ha fatto un disastro. Tutto il terreno era pieno di piume, tre galline sono morte ed altre sono fuggite. Che brutta bestia ! La guardia campestre è già stata avvertita.

Tutta la giornata Lucavaldo non potè smettere di pensare a queste galline. La sera, arrivando a casa sua, i figli corsero al suo incontro per accoglierlo, gridando:
– Babbo, babbo, c’è una gallina qua nei cespugli, una gallina tutt’impaurita, con le penne un po’ in disordine.
– Zitti, zitti, bambini, forse sarà una di quelle galline spaventate dalla volpe, di cui ho sentito parlare al mercato.

Lucavaldo amava gli animali, loro non avevano paura di lui e venivano sempre al suo incontro. Così si avvicinò al cespuglio, vide la gallina timorosa , si inchinò, la accarrezzò e la prese delicatamente, parlandole sottovoce:
– Gallinetta, gallinetta, non avere paura, ti voglio bene…
E la gallina si lasciò convincere.

Adesso tutta la famiglia gli girava attorno. I più eccitati erano i bambini che urlavano:
– Papà, cosa facciamo ora con questa ? Vogliamo tenerla, è troppo carina.
– Potremmo tenerla, disse la moglie Assunta, così ogni giorno avremmo delle uova.

Lucavaldo calmò tutti, dicendo:
– Almeno fino a Pasqua, ma allora dobbiamo trovare della roba per mantenerla.
– Darò io le bucce, un po’ d’insalata, ma non sarà sufficiente, disse la moglie.
– Andremo insieme alla fine del mercato a prendere la roba che i venditori lasciano per terra,
proposero i figli.

Davanti ad un tale entusiasmo, il papà non potè fare a meno di lasciarsi spingere in questa via. Si mise subito a costruire una gabbia con due cassette, mettendoci dentro la gallina, un pò di pane ed acqua. Lì almeno, nel giardinetto dove sua moglie faceva asciugare la biancheria, la gallina sarebbe tranquilla… e al riparo dagli attachi della volpe.

All’inizio tutto andava bene, Gallinetta faceva un uovo al giorno, Assunta con i figli davano da
mangiare al volatile e tutti erano molto felici. Ma mantenere una gallina in città è una cosa difficile.

La gente attorno si divise in due campi: quelli che venivano a darle qualche residuo e gli smorfiosi che passavano arriciando il naso. Gallinetta grattava con ardore e a poco a poco erano rimasti solo alcuni fili d’erba sparsi. Le bucce marcite e gli escrementi attiravano le mosche nere. Il giardino diventò un vero pantano.

Si dà il caso che la proprietaria della casa aveva invitato Bartoldi, il suo amico, a fare quattro
chiacchiere ed a bere il caffè. Tutt’ad un tratto il canto di Gallinetta salì alle loro orecchie. Si
chinarono subito alla finestra e videro il disastro tutt’intorno a Lucavaldo.
– Puoi dirmi che è successo nel giardinetto,di dove viene fuori questa gallina ? disse la proprietaria molto stupita.

Lucavaldo, pallido come un cencio, rispose:
– Signora, mi scusi, e Le spiegò per filo e per segno che era stata lei a rifugiarsi qui e che l’aveva salvata da una morte sicura.
– Ma ! Questa gallina sarà forse mia ! gridò Bartoldi, alzando le braccia al cielo.
– Lucavaldo, lo sai, che è vietato avere pollame nel condominio. Quindi, tu devi mettere subito un termine a questa faccenda, aggiunse la proprietaria.
– Non si preoccupi, Signora, troverò una soluzione.
Il giorno dopo, Gallinetta non c’era più…